Nel week end avevo un giorno a disposizione e dovevo decidere tra andare a sciare e andare in canoa. E’ già da un mesetto che la voglia di canoa si fa sentire e forse anche la necessità di rimettersi in acqua e iniziare ad essere più costante.
Venerdì sera mi chiama Totò, è in contatto con il Pante che sta organizzando una discesa per sabato: Ceno o Orba.
Okkio ho scritto “ceno” non “cena”. Poi di domenica Totò vorrebbe andare in Valsesia. Rispondo di getto: ecco faccio il secondo giro, quello di domenica! Il Ceno lo escludo. L’Orba (non glielo dico) ma già mi incuriosiva. Totò sente il Pante che sente che ci sono anche io... e quindi si decide per Orba. Il tratto è quello basso con livello a 1.2. C’è anche Daniele Ravera il local, amico di altre discese.
Sabato mattina la giornata è splendida. Mi ritrovo alle 9.00 con Totò e raggiungiamo il gruppo in autostrada.
All’autogrill ci salutiamo, io faccio conoscenza con il resto del gruppo, due chiacchiere veloci... colazione e si riparte. L’appuntamento è per le 11 a Ovada con Daniele. Arriviamo puntuali.
Premessa: la giornata era splendida ma da lontano nella zona dell’Orba si intravedono nuvole su nuvole, Pante mi dice che quello che andremo a fare è il “fiume triste” perché ”non l’ho mai mai mai fatto con il sole ma sempre con freddo, nuvole, neve”. Inoltre pare che sia difficile trovarlo con acqua. Solitamente si riesce a discenderlo in autunno avanzato dopo grandi piogge e per ben pochi giorni l’anno. Questo forse spiega le caratteristiche di quel fiume e delle sue rocce, non proprio levigate anzi decisamente taglienti.
Mentre si organizza il recupero auto, osservo dall’alto la valle e il fiume: che meraviglia! Peccato non aver fatto una foto della gola in cui scorre. Stretta stretta e giù giù in fondo alla valle. E’ un fiume che scorre isolato e ad un certo punto si ingola per circa 1,5km. Mentre pagaiavo... mi guardavo attorno. Che posto assurdo! Arido, la roccia appare friabile, sembra un ambiente desertico forse anche l’effetto di una stagione ancora indietro. Selvaggio. Ma bello.
Ci imbarchiamo dopo una breve scarpinata per raggiungere il fiume ed è li che percepisco l’indole selvaggia dell’Orba. II torrente è stretto in quel punto, pieno di arbusti sparpagliati e l’acqua ci si perde in mezzo. Iniziamo.
Neppure il tempo di capire se avevo impugnato bene la pagaia e si sbarca per guardare un passaggio. Ah! Ok , avevo letto della prima rapida da ispezionare. A dire il vero non mi rendevo conto di esserci nemmeno arrivata.. vedevo arbusti, rami, pietre e il fiume ma non la rapida. Scendiamo e mi arrampico su un masso a guardare: Ma che razza di confusione c’è laggiù! Di dove cavolo si passa? I miei occhi rimangono li a fissare cercando di scovare una linea sensata.. Poi mi accorgo di Luca che parte lo guardo…sti cazzi! Lui scende bene ma vatti a ricordare la linea da tenere! Totò risale dicendo “se non te la senti puoi trasbordare”.
ORA: solito discorso! Avevo letto che il fiume diventa più deciso in gola. Quella è la prima rapida.. se inizio a trasbordare li sto fresca! E così mi preparo a scendere. (In realtà mi dicono che quella era la rapida più balorda del tratto).
Parto. La rapida mi appare subito sconnessa e molto sporca. E’ lunghina. Arrivata nell’ultimo tratto mi giro con la punta a monte, cerco di recuperare la posizione e mentre ci provo vedo due sassi della giusta misura della mia canoa eee…ebbene si, faccio esattamente quello che non si dovrebbe fare. Mi incravatto ma un incravattamento ad opera d’arte”! E chi si schioda più di li. Inutile tentare di svicolare.. proprio inutile. Rimango appoggiata alla pagaia, cerco di sbloccarmi ma non riesco e così aspetto fiduciosa. Luca lo vedevo li vicino fuori dalla canoa. Mi accorgo che si sta allegramente divertendo con la macchina fotografica e vuole proprio farla bene la foto perché si impegna e ci impiega un po’ per venirmi incontro. Dentro di me pensavo “dai pante fa il bravo! Scatta sta foto ma …in freeetttaaaa! Qui il braccio inizia a frollarsi”. Si avvicina sorridendo e mi dice : “tranquilla non ti muovere” e io penso “ok prima la foto e ora mi piglia pure per i fondelli”. Arriva mi disincastra e faccio l’ultimo passaggio in retro. Mi dico ”Alè cominciamo bene, sono in canoa da 10 minuti e faccio già casino” A quel punto però l’abbioccamento mattutino scompare come per magia e mi risveglio. I pensieri in testa si dissolvono e da li in poi mi concentro.
Caratteristiche del fiume: per imbarcarci scendiamo in fondo alla valle, una valle che appare davvero arida e selvaggia, isolata e con pareti (specie poi in gola) che sembrano di terra compatta. All’imbarco il fiume è stretto poi però prosegue con un letto un pochino più ampio fino alle gole dove si restringe nuovamente. L’acqua scorre continuamente in mezzo ad arbusti: solo arbusti e rocce taglienti. La rapida subito dopo l’imbarco è confusa e sporca, Daniele mi dice che è una rapida da ‘frana’. Questo spiega il perché di quell’ambaradan. Poi dentro di me penso “non sono belle le rapide da frana, non dev’essere bello caderci a nuoto”. Dopo quel primo approccio il fiume diventa è un susseguirsi di rapide di III alternato a tratti tranquilli per almeno 2km. La discesa si svolge sempre in un labirinto di arbusti. Le rapide, alcune, sempre un po’ pasticciate. Ma quel tratto mi appare divertente e piacevole.
Poi si arriva all’artificiale: brrruuuttttttaaa roba brutttaaaaaa! Un gettata di cemento che si appoggia su una sfilza di tubi che attraversano tutto il fiume. NO BUONO! Un artificiale sifonato ad hoc! Con quel livello è ben visibile e tranquillamente trasbordabile. Con livello alto immagino sia facile da superare ma un bagno per sbaglio li non è auspicabile.
Dopo l’artificiale si arriva sempre zigzagando all’inizio della gola. Mi parlano del “verme”, se non avessi letto la descrizione non avrei capito ma il verme è l’alternativa al passaggio che, con tratto basso, diventa un impraticabile. E’ uno svicolamento sulla sinistra del fiume che introduce alle gole evitando appunto un grosso masso che rimane tutto sulla dx orografica e con passaggi alle sue due estremità non belli. L’impraticabile in realtà con un livello superiore si fa: il sabato prima Daniele e Totò l’avevano fatto. Il “verme” con tratto alto è un po’ un macello. Tutti pagaiamo lungo il “verme” e tutti ci incassiamo in un saltino ostioso! Pante dopo il passaggio si sbilancia leggermente e a rallentatore e con la leggiadria di Carla Fracci accenna ad un appoggio in punta di ..mani anzi di pagaia!
Da li inizia il bel tratto delle gole. Rapide alternate a laghetti. BELLO! Bello l’ambiente e anche i passaggi sembrano essere migliori: forse un pochino più impegnativi ma più regolari. Basta arbusti e percorsi da improvvisare tra la vegetazione. Daniele mi avvisa di un passaggio finale con un buco da stare attenti: occorre impostarlo in un certo modo e sfruttare la lingua d’acqua che fa da “banana”. Il passaggio è nel punto più stretto e terminale della gola. Anche Totò mi spiega come impostare il passaggio sfruttando appunto la “banana”. Arriviamo al salto. E…boh (penso) magari non si vede da monte ma non mi pare ci sia questa lingua d’acqua decisa con “banana a seguito”. Tutti passano. Parto anche io arrivo al salto ..nessuna banana. Zompo giù e via. Con livello più basso ovviamente la “banana” non c’è.
Dopo questo passaggio si esce dalle gole. Un’ultima rapida articolata e bizzarra e poi si sbarca. Con una giornata e un sole stupendo. Recuperiamo le macchine e, dall’alto della strada osservo di nuovo le gole sottostanti e il fiume che ci scivola in mezzo. Splendida immagine specie con quella luce. Peccato non aver potuto fare una foto.
Incrociamo altri canoisti, poi scopro che sono Gangemi e Stefano Caprile che avevano fatto il tratto superiore imbarcandosi sull’Acquabianca. Ci cambiamo, un panino al bar, quattro risate e chiacchiere piacevoli e la giornata si conclude. Rientriamo.
In sintesi: con livello 1.20 l’Orba basso è decisamente fattibile e non complicato. Sono rapide alternate a tratti d’acqua tranquilla. Il tratto delle gole viene chiamato “Zamb-Orba” quando il livello aumenta : pare da 1.5 in poi. L’acqua in effetti si trova a scorrere in una gola stretta in modo decisamente violento e compresso. Ma con livello a 1.20 diventa un tratto divertente.
Bella discesa! Bel gruppo! Bella giornata!
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