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SABATO SULL'ORBA BASSO..
LAGO DI ORTIGLIETO SOTTO LO SBARRAMENTO - CETRALINA ENEL LOC. SERRALUNGA

15.4.2013

CINZIA - www.canoamartesana.it

CINZIA

 
Nel week end avevo un giorno a disposizione e dovevo decidere tra andare a sciare e andare in canoa. E’ già da un mesetto che la voglia di canoa si fa sentire e forse anche la necessità di rimettersi in acqua e iniziare ad essere più costante.
 
Venerdì sera mi chiama Totò, è in contatto con il Pante che sta organizzando una discesa per sabato: Ceno o Orba.
Okkio ho scritto “ceno” non “cena”. Poi di domenica Totò vorrebbe andare in Valsesia. Rispondo di getto: ecco faccio il secondo giro, quello di domenica! Il Ceno lo escludo. L’Orba (non glielo dico) ma già mi incuriosiva. Totò sente il Pante che sente che ci sono anche io... e quindi si decide per Orba. Il tratto è quello basso con livello a 1.2. C’è anche Daniele Ravera il local, amico di altre discese.
 
Sabato mattina la giornata è splendida. Mi ritrovo alle 9.00 con Totò e raggiungiamo il gruppo in autostrada.
All’autogrill ci salutiamo, io faccio conoscenza con il resto del gruppo, due chiacchiere veloci... colazione e si riparte. L’appuntamento è per le 11 a Ovada con Daniele. Arriviamo puntuali.
 
Premessa: la giornata era splendida ma da lontano nella zona dell’Orba si intravedono nuvole su nuvole, Pante mi dice che quello che andremo a fare è il “fiume triste” perché ”non l’ho mai mai mai fatto con il sole ma sempre con freddo, nuvole, neve”. Inoltre pare che sia difficile trovarlo con acqua. Solitamente si riesce a discenderlo in autunno avanzato dopo grandi piogge e per ben pochi giorni l’anno. Questo forse spiega le caratteristiche di quel fiume e delle sue rocce, non proprio levigate anzi decisamente taglienti.
 
Mentre si organizza il recupero auto, osservo dall’alto la valle e il fiume: che meraviglia! Peccato non aver fatto una foto della gola in cui scorre. Stretta stretta e giù giù in fondo alla valle. E’ un fiume che scorre isolato e ad un certo punto si ingola per circa 1,5km. Mentre pagaiavo... mi guardavo attorno. Che posto assurdo! Arido, la roccia appare friabile, sembra un ambiente desertico forse anche l’effetto di una stagione ancora indietro. Selvaggio. Ma bello.
 
Ci imbarchiamo dopo una breve scarpinata per raggiungere il fiume ed è li che percepisco l’indole selvaggia dell’Orba. II torrente è stretto in quel punto, pieno di arbusti sparpagliati e l’acqua ci si perde in mezzo. Iniziamo.
 
Neppure il tempo di capire se avevo impugnato bene la pagaia e si sbarca per guardare un passaggio. Ah! Ok , avevo letto della prima rapida da ispezionare. A dire il vero non mi rendevo conto di esserci nemmeno arrivata.. vedevo arbusti, rami, pietre e il fiume ma non la rapida. Scendiamo e mi arrampico su un masso a guardare: Ma che razza di confusione c’è laggiù! Di dove cavolo si passa? I miei occhi rimangono li a fissare cercando di scovare una linea sensata.. Poi mi accorgo di Luca che parte lo guardo…sti cazzi! Lui scende bene ma vatti a ricordare la linea da tenere! Totò risale dicendo “se non te la senti puoi trasbordare”.
 
ORA: solito discorso! Avevo letto che il fiume diventa più deciso in gola. Quella è la prima rapida.. se inizio a trasbordare li sto fresca! E così mi preparo a scendere. (In realtà mi dicono che quella era la rapida più balorda del tratto).
 
Parto. La rapida mi appare subito sconnessa e molto sporca. E’ lunghina. Arrivata nell’ultimo tratto mi giro con la punta a monte, cerco di recuperare la posizione e mentre ci provo vedo due sassi della giusta misura della mia canoa eee…ebbene si, faccio esattamente quello che non si dovrebbe fare. Mi incravatto ma un incravattamento ad opera d’arte”! E chi si schioda più di li. Inutile tentare di svicolare.. proprio inutile. Rimango appoggiata alla pagaia, cerco di sbloccarmi ma non riesco e così aspetto fiduciosa. Luca lo vedevo li vicino fuori dalla canoa. Mi accorgo che si sta allegramente divertendo con la macchina fotografica e vuole proprio farla bene la foto perché si impegna e ci impiega un po’ per venirmi incontro. Dentro di me pensavo “dai pante fa il bravo! Scatta sta foto ma …in freeetttaaaa! Qui il braccio inizia a frollarsi”. Si avvicina sorridendo e mi dice : “tranquilla non ti muovere” e io penso “ok prima la foto e ora mi piglia pure per i fondelli”. Arriva mi disincastra e faccio l’ultimo passaggio in retro. Mi dico ”Alè cominciamo bene, sono in canoa da 10 minuti e faccio già casino” A quel punto però l’abbioccamento mattutino scompare come per magia e mi risveglio. I pensieri in testa si dissolvono e da li in poi mi concentro.
 
Caratteristiche del fiume: per imbarcarci scendiamo in fondo alla valle, una valle che appare davvero arida e selvaggia, isolata e con pareti (specie poi in gola) che sembrano di terra compatta. All’imbarco il fiume è stretto poi però prosegue con un letto un pochino più ampio fino alle gole dove si restringe nuovamente. L’acqua scorre continuamente in mezzo ad arbusti: solo arbusti e rocce taglienti. La rapida subito dopo l’imbarco è confusa e sporca, Daniele mi dice che è una rapida da ‘frana’. Questo spiega il perché di quell’ambaradan. Poi dentro di me penso “non sono belle le rapide da frana, non dev’essere bello caderci a nuoto”. Dopo quel primo approccio il fiume diventa è un susseguirsi di rapide di III alternato a tratti tranquilli per almeno 2km. La discesa si svolge sempre in un labirinto di arbusti. Le rapide, alcune, sempre un po’ pasticciate. Ma quel tratto mi appare divertente e piacevole.
 
Poi si arriva all’artificiale: brrruuuttttttaaa roba brutttaaaaaa! Un gettata di cemento che si appoggia su una sfilza di tubi che attraversano tutto il fiume. NO BUONO! Un artificiale sifonato ad hoc! Con quel livello è ben visibile e tranquillamente trasbordabile. Con livello alto immagino sia facile da superare ma un bagno per sbaglio li non è auspicabile.
 
Dopo l’artificiale si arriva sempre zigzagando all’inizio della gola. Mi parlano del “verme”, se non avessi letto la descrizione non avrei capito ma il verme è l’alternativa al passaggio che, con tratto basso, diventa un impraticabile. E’ uno svicolamento sulla sinistra del fiume che introduce alle gole evitando appunto un grosso masso che rimane tutto sulla dx orografica e con passaggi alle sue due estremità non belli. L’impraticabile in realtà con un livello superiore si fa: il sabato prima Daniele e Totò l’avevano fatto. Il “verme” con tratto alto è un po’ un macello. Tutti pagaiamo lungo il “verme” e tutti ci incassiamo in un saltino ostioso! Pante dopo il passaggio si sbilancia leggermente e a rallentatore e con la leggiadria di Carla Fracci accenna ad un appoggio in punta di ..mani anzi di pagaia!
Da li inizia il bel tratto delle gole. Rapide alternate a laghetti. BELLO! Bello l’ambiente e anche i passaggi sembrano essere migliori: forse un pochino più impegnativi ma più regolari. Basta arbusti e percorsi da improvvisare tra la vegetazione. Daniele mi avvisa di un passaggio finale con un buco da stare attenti: occorre impostarlo in un certo modo e sfruttare la lingua d’acqua che fa da “banana”. Il passaggio è nel punto più stretto e terminale della gola. Anche Totò mi spiega come impostare il passaggio sfruttando appunto la “banana”. Arriviamo al salto. E…boh (penso) magari non si vede da monte ma non mi pare ci sia questa lingua d’acqua decisa con “banana a seguito”. Tutti passano. Parto anche io arrivo al salto ..nessuna banana. Zompo giù e via. Con livello più basso ovviamente la “banana” non c’è.
 
Dopo questo passaggio si esce dalle gole. Un’ultima rapida articolata e bizzarra e poi si sbarca. Con una giornata e un sole stupendo. Recuperiamo le macchine e, dall’alto della strada osservo di nuovo le gole sottostanti e il fiume che ci scivola in mezzo. Splendida immagine specie con quella luce. Peccato non aver potuto fare una foto.
Incrociamo altri canoisti, poi scopro che sono Gangemi e Stefano Caprile che avevano fatto il tratto superiore imbarcandosi sull’Acquabianca. Ci cambiamo, un panino al bar, quattro risate e chiacchiere piacevoli e la giornata si conclude. Rientriamo.
In sintesi: con livello 1.20 l’Orba basso è decisamente fattibile e non complicato. Sono rapide alternate a tratti d’acqua tranquilla. Il tratto delle gole viene chiamato “Zamb-Orba” quando il livello aumenta : pare da 1.5 in poi. L’acqua in effetti si trova a scorrere in una gola stretta in modo decisamente violento e compresso. Ma con livello a 1.20 diventa un tratto divertente.
 

Bella discesa! Bel gruppo! Bella giornata!


CARLETTO - www.canoamartesana.it

CARLETTO

Che bel report... mi piace leggere le sensazioni provate in fiume, ognuno di noi in base alla propria esperienza vive la discesa e la giornata in modo diverso da chiunque altro, bello anche il gruppo misto CFM, CC Cassano, CC Alessandria ecc... il vero spirito del canoista.

Poi vista la qualità dei canoisti sarai stata super protetta ;-)


MARKELLO PRESIDENT - www.canoamartesana.it

MARKELLO PRESIDENT

 Bellissima la lettura e bellissima la foto incravattata! mettila come sfondo del desktop e telefonino 


MIRCO - www.canoamartesana.it

MIRCO

Grande Cinzia.

Massimo rispetto per aver affrontato le rapide nelle foto e per aver raccontato così bene i passaggi e le sensazioni che hai provato.

 


ANDREROCK - www.canoamartesana.it

ANDREROCK

 mitica Cinzia, regina delle rapide !!!

grazie per il racconto dettagliato, si impara moltissimo anche leggendo le sensazioni altrui 

 


RINO  - www.canoamartesana.it

RINO

Grande Cinzia, leggere i tuoi report così dettagliati e pregni di sensazioni è un piacere, pare quasi di esserci stato. Grazie per averci fatto sognare.....


PASQUALE - www.canoamartesana.it

PASQUALE

Bel report, avvincente e ben raccontato. Si legge tutto d'un fiato.... e con la voglia di sapere come va a finire  

Ma mentre eri incravattata e Pante scattava foto, il nostro amico in comune Totò che faceva???? :-)


CINZIA - www.canoamartesana.it

CINZIA

Rispondo a Pasquale con la citazione di Carletto “poi vista la qualità dei canoisti sarai stata super protetta” : era tutto perfettamente sotto controllo solo il mio bicipite non lo era! : Scherzi a parte. Erano tutti li pronti ad intervenire solo che Luca era più pronto degli altri ed io ero tranquilla.
 
Per quanto mi riguarda, le emozioni in canoa non si limitano esclusivamente alla discesa di un fiume e soprattutto le sensazioni che vivo sono ‘contrastate’ c’è un mix di benessere-fatica-ansia-paura che sento di dover affrontare se voglio cercare (dico almeno ‘cercare’) di migliorare in fiume. OVVIO che mi limiterei molto volentieri alla sola sensazione di benessere: ‘il sole, la compagnia, il divertimento, il relax, le risate e la birra e panino alla fine’  ma mi sono accorta che per migliorare in canoa, e non solo in canoa, è importante imparare a gestire le emozioni. La testa gioca un ruolo fondamentale e per quanto mi riguarda non c’è tecnica che tenga se poi la testa in fiume non gira. Non fraintendetemi: entrambe le cose completano il canoista (oltre a tante altre di contorno cmq fondamentali) ma la testa è ha un ruolo preponderante. E ho avuto modo di sperimentare che la si può allenare esattamente come la tecnica ma sul campo, in fiume e solo su tratti che mi mettono in difficoltà (su quest’ultimo aspetto io non ho grossi problemi mi basta un 3 grado!)  La testa la si allena anche non facendoti condizionare, oltre misura, dai commenti di persone che dimostrano poca sensibilità quando magari sbagli in fiume: mi è capitato! Il giorno dopo avevo deciso di mollare la canoa. Dopo tre mesi ho preso il barchino e sono tornata in fiume. Quelle sono mazzate difficili da assimilare. Peggio di un dolore fisico che ti impedisce di pagaiare. Poi naturalmente ..è tutto soggettivo. Alcuni manco li sfiori!
 
L’allenamento ci vuole ed è doveroso ma quando c’è acqua in fiume, non avendo io troppo tempo a disposizione, preferisco allenare la testa e la tecnica! E in fiume, quando è stagione, si può fare entrambe le cose.
 
Un altro aspetto per me fondamentale è frequentare gli amici/canoisti extra- cfm: la chiusura anche se in buona fede è un limite grossissimo. Non c’è confronto. Non c’è esperienza. Non c’è relazione. Non c’è crescita. In questo modo ci perdiamo davvero tanto forse. .troppo. Lo dico in prima persona perché spesso mi trovo a dover gestire emozioni che ‘subdolamente’ agiscono su di me e sul mio modo di andare in canoa. Spesso gli amici mi dicono di uscire e io, per mille motivi rinuncio, fondamentalmente perché non mi sento all’altezza, ho timore di quello che mi porteranno a fare, timore di essere di ostacolo, di far casini e far tribolare le persone, forse in fondo si traduce anche in una forma di timidezza mista ad orgoglio. Spesso mi hanno rimproverato con una frase a mio avviso disarmante: ‘se un canoista più bravo ti invita non farti mille menate seguilo e impara’ . Questa frase mi rimbomba sempre nella testa perché è realistica è così che impari ad andare in canoa. Io però aggiungo sempre: ‘se un canoista di cui ti fidi e che stimi ti invita non farti mille menate vai e impara’. Ovviamente tutto con il giusto buon senso.
 
Non è facile mettersi in discussione di fronte agli altri spesso è imbarazzante. Ma come è accaduto sabato, quando poi torni a casa sei contento e non solo per la discesa.
 
Se il report dell’orba scivola piacevolmente è solo perché tutte queste emozioni si sono incastrate in un piacevole mix di benessere-fatica-timore nella giornata di sabato.  Altre volte non sono stata capace di scrivere nulla. Ma un report non è sufficiente ..si può farti sognare ma le situazioni devi viverle di persona per assaporare davvero le sensazioni che ti lasciano.
 
Se in questi anni, specie con il problema alla spalla, non sono migliorata granché non è perché le persone non mi portano in fiume o non mi chiamano alle uscite. Se non miglioro è solo perché io non esco in fiume e non mi do da fare nascondendomi dietro le mie paure.


INCREDIBILE NUNZ - www.canoamartesana.it

INCREDIBILE NUNZ

Entro di prepotenza perchè il discorso è interessante.

In fondo si intitola : " Cosa vuol dire andare in canoa ? "

Rispondo, come ho sempre risposto a chi me lo chiede.

La canoa è una sensazione fisica ( la senti nella tecnica, nell' ultimo colpo prima di un buff, nell' arrampicarsi per una ricognizione, nello scendere canoa in spalla nel fondo di una gola, è alzarsi la mattina fuori da una tenda per una doppia discesa, dopo averla fatta anche il giorno prima, e tanto altro).

La canoa è una sensazione sensoriale ( nello spettacolo che vedi e che pochi altri possono vedere, è l' odore inconfondibile del GOLO in Corsica alla mattina presto, o la vista del nastro argentato col sole in faccia in una pomeridiana del SESIA, è l' adrenalina che senti arrivare prima di un passaggio, pagaiare nel silenzio totale al centro del mare a 3 miglia dalla costa e vedere i delfini, o è un cinque dato all'amico appena finito una discesa e tanto altro )

La canoa è conoscenza ( scoprire il territorio, le usanze dei luoghi cibi, cultura,parlare con un vecchio francese in uno sperduto paesino di montagna, pianificare una spedizione, conoscere situazioni geologiche, idriche, morfologiche, climatiche, dopo averlo fatto per tanto tempo come ha fatto Carletto o io ti accorgi che quando guardi la televisione e vedi documentari e cominci a dire lì c'ero, lì ci sono stato allora scopri di quale patrimonio sei proprietario e tanto altro )

La canoa è amicizia ( fai parte di un gruppo, condividi un interesse comune, impari a fidarti di persone che sono pronte a tirarti fuori dai guai, ma ti insegna ad essere responsabile di altre persone che confidano in te, il tempo in macchina non è tempo perso ,è tempo condiviso e quindi non pesa, vuol dire far parte di un progetto e proporlo ad altri, vuol dire suonare una chitarra davanti ad un fuoco in un canyon degli stati uniti e ubriacarsi con loro e tanto altro ).

E TANTO TANTO TANTO ALTRO  ancora ma non vi voglio tediare oltre.

Bella chiacchierata

 



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