Già da anni rincorrevo il ‘sogno’ di andare al raduno del limentra. Sempre descritto come un raduno eccezionale, divertente e con un organizzazione eccellente. Confermo tutto! Il raduno del Limentra ‘sa’ da fa’!
Quest’anno ahimè il raduno ne ha risentito, certamente per le previsioni e per i livelli dell’acqua.
Ero in contatto con Totò per andare insieme con l’idea di divertirsi, sia in fiume con la canoa da gioco sia fuori dal fiume con ‘crescentine , salumi e compagnia’.
Giovedì già ero più che convinta che nelle nostre zone non si sarebbe concluso nulla. Le previsioni parlavano chiaro, molto chiaro. Io di certo non mi sarei messa in canoa. Rimango così determinata ad andare sul Limentra.
Venerdì comincio a pensare che anche il Limentra per quanto regolato dal rilascio dell’acqua potesse essere a rischio. Contatto gli organizzatori che mi rispondono in un primo tempo dicendo che la diga sta rilasciando più del dovuto. Il lago di Suviana è troppo alto . Mi avrebbe comunque aggiornato. In serata un altro sms: “abbiamo richiesto il rilascio di 14 mc l’Enel rilascia 40mc! Il raduno non viene annullato ma si sposta sul Reno”. Fiume di II grado, quindi tutto regolare, raduno confermato e orari come da copione.
Io, dopo aver lavato la mia canoa da gioco piena di formiche e uova (porca vacca!), la ripongo in box e tiro fuori la mafia. E il venerdì sera partiamo.
Non conosco il fiume, mai fatto! Ma mi informo bene. Quando arriviamo all’imbarco la mattina successiva, il getto d’acqua è notevole! Chiaro.. l’imbarco parte soft non sembra esagerato ma l’acqua è tesa e la corrente spinge di brutto. Totò è già esaltato e vuole entrare. Io meno. Gli dico, andiamo al raduno e sentiamo. Lui in un primo momento insiste, poi si convince. Al raduno i locali sono fermi nel dire che il livello è alto e il fiume diventa ‘molto impegnativo’. A parte un piccolo gruppo di canoisti convinti gli altri rinunciano. “40m3? Non entriamo!” Gli organizzatori insistono a dire che chi entra lo fa a suo rischio e pericolo: nessuna sicurezza ai trasbordi e nessun servizio navetta.
La mia ansia sale. Il limentra è un fiume di III- III+ ma con quel livello diventa di volume e i punti clou raggiungono il IV. Sono a conoscenza dei 2 artificiali. Al secondo, quest’anno , è ceduta la base creando così un sifone ‘mortale’. Questo è già sufficiente per far crescere in me l’ansia. So che c’è una bella morta per il trasbordo ma…prima della morta? L’idea di fare un bagno con quell’acqua e quella corrente, nelle rapide prima degli artificiali non mi lasciava per nulla tranquilla. Dico a Totò (e Totò lo dice contemporaneamente a me) che se vuole può fare lui il primo giro in modo da valutare se fattibile anche da me.
Esce dal primo giro tutto contento e determinato a reimbarcarsi con me che nel frattempo ero andata ad ispezionare il sifone e la rapida della passerella (uno dei 3 punti impegnativi del tratto).
Ci imbarchiamo, io sempre troppo in ansia e il fiume sempre con 40m3. Al secondo passaggio critico, la rapida di Castrola al termine della quale c’è il trasbordo obbligato (con quel livello) del 1° artificiale, arrivata a metà rapida un bel buco mi gira, tento 3 eskimi non riesco e stappo. Tengo la canoa e la pagaia e tento di nuotare a riva ..non riesco e mollo canoa e pagaia (che dire .. O tutto o niente!) la corrente era troppo forte e l’artificiale si avvicinava e Totò era già giù. Nuoto e vado a riva e la canoa va! Si fa il salto dell’artificiale, si schianta, per fortuna si ferma 500mt più a valle tra i rami e Totò la recupera ammaccata.
Intanto smaltisco l’ansia in una lunga camminata per rientrare al campo e penso e ripenso piuttosto mortificata.
La sera l’ansia del fiume non molla ma monta la rabbia (possibile quest’ansia del cavolo?!?!? Alla fine.. che cavolo è un III grado!) Sono sempre più convinta di volermi imbarcare sul Reno il giorno successivo ma…sono in guerra con me stessa. “Rinuncio? E’ un III! Non ci riprovo nemmeno?”
La domenica mattina altro gruppo e altro giro, il livello è leggermente calato (36m3) ma sempre gonfio . Totò non insiste mi chiede tranquillamente se preferisco imbarcarmi sul Reno, anche se con quel livello, potevo provarlo. Si forma un gruppo piuttosto numeroso tra l’altro e appioppano a Totò il compito di aprire . Scendo in mezzo al gruppo. Sempre in tensione.
Stavolta la discesa va via liscia e faccio regolarmente tutti i passaggi, magari non in perfetto stile data la rigidità, ma ‘falsa diga’ – ‘rapida di castrola’ – i 2 artificiali – arrivo alla rapida della Passerella 200mt di rapida di volume bei buchi ma tutto sommato con quel livello piuttosto lineare. E la passo via. Nell’ultimo saltino Totò mi urla ‘E il BOOF?!?!? CAVOLO BOOFFA’ io gonfio le guance e sbuffo ma forse non era esattamente quello che intendeva. Mi manca la tecnica, il boof non si improvvisa così come niente.
Mi sento più serena, so che c’è un’ultima rapida quella dello slalom ma non ho idea di come sia se non.. che è lunga 400mt. Nessuno si ferma a ispezionare (tutti conoscono il fiume) nessuno, su mia richiesta mi da indicazione particolari ‘mmaa si qualche buchino, scivolino….nulla di che’ FANCULO! Con quel livello la rapida non è proprio per un c…avolo banale. I buchini sono buconi, e gli scivolini sono rulli! l’acqua spinge maledettamente tra massi di notevoli dimensioni esattamente come i buchi che vi si formano alla base. Manovriera per tutto il tratto e le linee, almeno per me, non così facilmente individuabili. Faccio penso un 150-200mt poi arrivo al punto più balordo, quello sotto la passerella. Non taglio esattamente nella direzione dovuta, non vedo dove sono passati gli altri e subito poco prima del ponte mi giro. Non avrei pensato che nell’ultimo passaggio l’avrei purgata tutta. La cosa di cui sono contenta è che appena mi giro divento lucida e concentrata. L’ansia sparisce solo mi limito a cercare di capire cosa succede e cosa fare. Ma forse questa lucidità era anche dettata dall’inconsapevolezza della rapida stessa ..ancora troppo lunga 200-250mt.
Bagno
Vado a bagno in un rullo che mi tiene sotto (mi dirà uno che scendeva con me: mi sono fermato perché quando sei entrata ti ho visto sparire completamente con tutta la canoa e non riaffioravi! Mi sono davvero spaventato e mi son fermato per vedere cosa accadeva).
La mia sensazione: entro nel rullo mi giro violentemente mi sento tirar sotto, restarci e picchiare forte mentre rotolo in mezzo ai massi. Mi chiudo subito in protezione (ranicchiata sul pozzetto) quando sento un minimo di stabilità mi metto in posizione di eskimo ma le mani non affiorano e sento di continuare a rotolare su me stessa. Poi improvvisamente una forza assurda dell’acqua mi spinge verso l’alto a modi proiettile (che sensazione stranissima e pazzesca, non la dimenticherò mai! Piacevole perché sentivo che salivo. Di fatto il rullo in quel momento mi stava buttando fuori) riaffioro in posizione di “appoggio basso” (ancora più assurdo! Ma com’è possibile!) quindi spingo sulla pagaia e mi raddrizzo. Immediatamente finisco in un buco, anche qui la forza dell’acqua mi aiuta in un eskimo esco e …..finisco immediatamente in un secondo buco (sempre il tizio raccontava: sei entrata nel rullo, a valle del rullo c’erano due buconi e ci sei finita dentro in entrambi e nel terzo sei sparita) nel terzo buco mi preoccupo, non capivo dove cavolo ero finita x quella sequenza di buchi e stappo. Non l'avessi mai fatto! La canoa schizza via e io sto sotto (poco ma per me un’infinità di tempo) nel buco. Poi mi butta fuori e sono esausta. Realizzo che uscire dalla canoa fa perdere immediatamente tutte le energie. Appena riaffioro con la testa, guardo a valle e vedo sotto un enorme masso e schiuma bianca ovunque (il masso era quello del pilone del ponte) e una sequenza infinita di buchi in primis quello del massone, non vedevo la fine della rapida che era lunghissima. Solo in quel momento ho avuto paura: non avrei retto la rapida a nuoto. Ero praticamente esausta. Non avevo più forza per reggere nemmeno un metro in acqua figurati un altro buco. Ho pensato se non esco ed entro in un altro buco annego. L’istinto mi fa indirizzare immediatamente lo sguardo alla sponda e nuotare con decisione verso un mezzo tronco, l’avessi perso …avrei ripreso la rapida a nuoto. Ho afferrato quei 30 cm di tronco e sono uscita. Sono rimasta in piedi sulla sponda per almeno un 10 minuti a riprendere fiato e guardare la rapida, in fondo in una morta vedo alcuni compagni e faccio cenno che è tutto ok. Riguardo la rapida seria. A nuoto non l’avrei mai superata. Credo che il tutto si sia svolto forse in ….5 minuti? Per me interminabili.
A distanza di due giorni sono fermamente convinta che:
1 - il limentra con quel livello è fattibile e non è proibitivo. Solo è un fiume di volume con tutto ciò che questo comporta. Il pericolo del limentra è oggettivo: i due artificiali. Mentre la difficoltà sono le due rapide lunghe di cui una , quella dello slalom, manovriera e da affrontare con decisione. Tutto sempre rapportato a quel livello d’acqua.
2 – più che mai ora sono determinata a dire che nella scelta “se imbarcarmi o meno” devo pensare con la mia testa! Ascoltare gli altri certo! Fidarsi certo ma solo degli affidabili! Totò è una persona di cui mi fido e che stimo in fiume. Ma ciò non toglie che devo pensare sempre con la mia testa. Tutto è soggettivo. Tutto.
Detto questo il raduno è assolutamente fantastico! Organizzazione ottima! Anche con questi livelli esiste l’alternativa del Reno che è perfetta. Tutti coloro che han fatto il Reno sono stati contenti e si sono divertiti parecchio. Da mettere assolutamente in calendario e da non cancellare anche se prevedono 40m3 l’alternativa c’è: il Reno! Poi la sera, cena favolosa con ‘crescentine – stracchino e salumi’!
Ringrazio tantissimo Totò per avermi, come sempre, seguito in fiume e supportato nelle mie incertezze e titubanze. I suoi occhi erano sempre fissi su di me.
ORA relax ..mare-sdraio-sole-coca cola!
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