L’inverno è stato duro nel tentativo di recuperare una spalla che da luglio dello scorso anno mi ha costretto ad appendere la pagaia al chiodo. Ma con la promo in trebbia faccio il primo timido tentativo di discesa. L’esito è positivo così il sabato successivo Sesia! …esito positivo. Sono contenta e penso al Brembo di domenica ma .. arriva una chiamata degli alessandrini il venerdì :un invito per un week end nel cuneese. Sono in ufficio, chiamo il marito, sondo la possibilità di aggregarmi e non ha nulla in contrario. In quel momento tutta la voglia di fiume che mi ha accompagnato per l’intero inverno esplode e non penso ad altro che ..cercare di correre a casa per preparare il tutto e partire. Solo una manciata di secondi per realizzare che vado con Roberto Favorido, Totò e Daniele …e non sarà una semplice passeggiata o meglio una semplice pagaiata. Non voglio pensare alla spalla, spero che ci pensino loro per me.
Venerdì alle 23.00 siamo a casa di Favorido aspettiamo Carlo anche lui del CCAlessandria e si parte per pernottare allo sbarco del Tanaro. In modo da essere pronti per la discesa sabato.
La mattina si discende il tratto dei Rocchini. Il livello d’acqua è basso ma la discesa più che fattibile. So che si tratta di un fiume tecnico e il mio dolore alla spalla mi porta a preoccuparmi del livello basso : più sassi più possibilità di sollecitare la spalla anche un ribaltamento mi preoccupa. Ma inizio la discesa e inizio a divertirmi. Il tratto è davvero bello, gola boschiva, ambiente stupendo e percorso divertente. scendo relativamente tranquilla. Roberto apre, Carlo segue, Daniele mi precede e Totò chiude. Osservo l’abilità di Roberto nello scendere anche lui con problemi alla spalla…ma la sua tecnica gli permette di improvvisare un valzer tra i sassi. A un certo punto nel tratto più impegnativo arrivo ad un salto, la morta prima del salto è microscopica e soprattutto non è proprio tranquilla. L’acqua è viva e mica troppo “morta”..dentro c’e’ Totò che mi invita a fermarmi ..un attimo di esitazione ed è fatta! Nel senso che arrivo sul salto di traverso, faccio uno sforzo assurdo per raddrizzare la mamba ..ci riesco ma nel modo sbagliata: faccia a monte. Così scivolo all’indietro sul salto. Dire che mi ribalto è superfluo! Picchio e striscio sui sassi e penso solo a chiudermi a modi cozza sul pozzetto della canoa cercando di tenere al riparo la spalla e mi dico: ‘ non esco nemmeno se mi pagano!’. E aspetto Quando tutto si tranquillizza …penso all’eskimo ma con calma, la manovra per la spalla non è il massimo quindi eseguo con calma ..lentamente…senza strappi e torno a respirare aria!
Daniele urla per me! La discesa prosegue bene. Io fatico a star dietro a loro, la mamba … è lenta nei movimenti dura e mi affatica la spalla. Così Roberto mi convince a provare la mafia. Faccio cambio con Totò …e ………….sembra magica e decido di comprarla!
Sbarchiamo ci cambiamo e ci dirigiamo sul tratto alto del Tanaro. L’idea di Roberto è tanarello-tanaro. Ma non c’e acqua sul tanarello. Così si decide per Tanaro alto dalla confluenza con il Negrone. Io ho la spalla dolente e non mi imbarco.
Da report di Daniele “…Anche qui il livello è basso e obbliga a manovrare molto in mezzo ai sassi…per la gioia di Carlo [..]. Dopo un bagnetto di Carlo e un piccolo trasbordo arriviamo all’ultima rapida.
Per Carlo è il momento di guadagnarsi i gradi, se vuole il titolo di “Principiante Avanzato” deve aprire lui.
Favo gli spiega la rapida e poi per testare la convinzione di Carlo gli chiede” vuoi che vado prima io?” No! Gli risponde secco, e allora si parte. Passa liscio e arrivato in fondo sentiamo il suo urlo liberatorio.
C’è ancora l’artificiale che strappa un altro urlo liberatorio a Carlo e poi si sbarca.
E si torna in viaggio, direzione Roya.
Dopo un bellissimo giro panoramico per il Col di Nava, arriviamo a Ventimiglia e ci sistemiamo sul lungomare per la cena. Come vedrete nelle foto, abbiamo imbandito la tavola sul marciapiede della passeggiata sotto gli occhi incuriositi dei passanti.
Totò ci delizia con la sua pasta piccante e le bottiglie di vino, grappe, liquirizie ecc, allietano la serata.
Al mattino, dopo esserci ripresi con calma, ripartiamo con il nostro pellegrinare alla ricerca d’acqua nel Roya.
Il tratto delle 2 frontiere è purtroppo secco, ma nel tratto classico c’è acqua sufficiente per scendere. Come diremo a Carlo “appena sufficiente, forse riusciremo a trovare qualche rivolo d’acqua…”
Ci imbarchiamo tutti e 5.
Io chiudo ma quando la pendenza aumenta anche dalle retrovie sento Carlo che inveisce contro Favo perché si aspettava di fare un fiumetto facile facile…
Arrivati quasi in fondo Carlo si incasina in mezzo al fiume a inizio rapida e tappa. Rimane in acqua in piedi con la pagaia in mano, mentre Favo insegue la canoa.
Insieme a Totò iniziamo un lungo lavoro per trasportare Carlo a valle della rapida e portare a riva la pagaia. Intanto Roby ci aspetta in posizione Pashtun su un masso a fine rapida.
Ricompattato il gruppo ancora qualche pagaiata e siamo allo sbarco.
Prima di partire Wolf fiuta il fiume e ci predice nella sua centuria “troveremo un livello buono per scendere sul Vermenagna” …e così sarà, tranne che visto l’ora tarda tiriamo dritti verso casa.”
Le mie riflessioni sulla Roya : il primo tratto è un III tecnico, continuo ma divertente (con quel livello). Corre anche se il livello d’acqua non è alto. Mi tiene sulle spine. Ma con loro scendo tranquilla. Arrivo a un certo punto e vedo una carcassa di una auto ribaltata poco dopo inizia una rapida che sembra non finire mai. Molto tecnica e manovriera..incredibilmente tecnica e manovriera alla fine mi dicono “5cm di acqua in più avrebbero reso il fiume più semplice”. Passaggi sporchi, obbligati ..buchi ..onde..…curva di qui , gira di la..Ma arrivo in fondo indenne. Comincio a divertirmi meno e diventare un po’ più seria. E prego la spalla di comportarsi bene. Dopo un po’ si arriva ad un punto piuttosto critico perché c’e una rapida sporca manovriera e una roccia con un sifone inquietante. Pare che qualcuno non sia sopravissuto. Così mollo baracca e burattini e con Carlo ci facciamo un bel trasbordo. Penso ai tre compagni che scendono ..mi spiace non poterli osservare, mi preoccupo …ma tutto fila liscio e dopo un po’ vedo Roberto che mi viene incontro per aiutarmi a portare la canoa. Ci imbarchiamo subito dopo il passaggio critico e proseguiamo per arrivare al tratto ingolato. Qui il fiume diventa tutto di IV. Senza possibilità di uscire. La pendenza è notevole e sebbene il livello sia basso l’acqua nelle gole aumenta ma le rapide rimangono sempre molto tecniche e sporche ..tutto il tratto risulta estremamente compatto. Il paesaggio è splendido. Nella rapida in cui Carlo va a bagno spendiamo molto tempo nel recupero e io divento tesa..quasi non reggo la tensione perché sono solo all’ inizio della rapida di cui non capisco ..un tubo! Troppo pendente e troppo piena di massoni che impediscono la visibilità. Il povero Carlo fermo nel centro alla fine si deve lanciare a nuoto. E’ titubante ma non ha alternativa…chiede ‘mmmmaaaaaa ccc’’’eee per caso un rullooooo lagggiuuuù???” e Totò “noooo nooo tranquillo” e lo recupera a valle ..del rullo appunto! Dove nuota e sprofonda per qualche frazione di secondo!
Si prosegue. Altra rapida balorda, per fortuna l’ultima! Passaggio obbligato a destra ..per spostarsi poi in centro-sinistra. Totò non sembra convinto…giù a sinistra c’e’ una nicchia, non dobbiamo puntare a destra (chiede) ? Roberto in piedi sulla roccia come un moschettiere sorride e conferma destra- centro-sinistra. Carlo si spazientisce…a me vengono i reflussi gastrici e penso..cazzarola dai buttiamoci e come va va … così si parte nel filone di destra non vedo più Totò davanti a me ..onde ..buchi e acqua che mi schiaffeggia mi preclude la visibilità scendo improvvisando..arrivo in fondo sfioro un masso e un movimento d’acqua mi ribalta ma so di essere oramai arrivata…alla nicchia??? BOH! Io non stappo..aspetto…con calma mi metto in posizione e eskimo e sono nel laghetto e chiedo: VERO CHE LA DISCESA E’ FINITA?
Il Carlo manda a cagare Favorido “si si …giusto un filo d’acqua per scendere…ma va a cagare va!” Ripete la frase come un mantra per 3 o 4 volte. Si ride si sbarca si mangia ci si rilassa e si torna a casa.
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